Friday, May 18, 2018

Godless, un western Netflix al femminile


Qualche giorno fa ho deciso di iniziare qualcosa di nuovo sull'orizzonte Netflix, dato che le serie che seguivo erano in pareggio con le varie uscite settimanali. Tra i vari titoli che avevo messo in lista però non c'era nulla che mi attraeva (ancora non sono nel mood giusto per La casa di carta e Lost in Space) così in una delle sezioni suggerite in base ai miei gusti ho visto Godless. Onestamente non avevo sentito parlare di questa miniserie del 2017 così ho guardato il trailer ed ho deciso di iniziarla. 



Quello che ho capito immediatamente dalla prima puntata è che Godless non è una serie da binge watching, cosa che amo tantissimo soprattutto quando mi lasciano con il fiato sospeso, ma una serie che ha bisogno del suo tempo e che deve essere apprezzata proprio per questo motivo. Bisogna avvicinarsi alla storia dei vari personaggi lasciando spazio alla riflessione e all'attenzione per i dettagli inseriti in ogni episodio. 

Per questo ho apprezzato molto Godless. C'è una cura pazzesca a livello tecnico e creativo, al di là della storia in se! La fotografia, curata da Steve Meizer, rende quasi protagonisti i paesaggi stessi e le scene, catturate da angolazioni diverse e ricercate, mi hanno fatto ripensare ai vecchi western e il timbro alla Tarantino (come i primi piano)! Per non parlare dei flashback che ci aiutano a  capire il passato e la caratterizzazione dei personaggi, in bianco e nero per distinguerli  e con certi colori (come il vestito giallo di Alice) che cercano di far riflettere sul perchè di certe azioni. La musica poi, tipicamente da western, e che inizialmente non mi andava a genio, dopo qualche puntata è diventata quasi una ninna nanna prima di andare a dormire, facendomi ripercorrere l'episodio appena visto. 



Ogni puntata ha un tema diverso che affronta e che può benissimo essere attualizzato nella realtà: il ruolo stereotipato della donna e dell'uomo, il razzismo, la vendetta e il perdono. Il ruolo della donna qui viene evidenziato in tutta la sua forza  e indipendenza, ma senza tralasciare la dolcezza e la sensibilità materna. 






La trama è stata quella che ha catturato la mia attenzione all'inizio. 
Un giovane, Roy Goode, tradisce la sua banda di fuorilegge ferendone il leader, suo "padre", Frank Griffin, scappando con il bottino e rifugiandosi dalla vedova Alice Flerthcer. La tenuta della donna si trova vicino alla città di La Belle, gestita principalmente da donne dopo una catastrofe mineraria che ha causato la morte di tutti gli uomini. Lo sceriffo Bll, scoperta l'esistenza del fuggitivo, inizia a cercare la banda di fuorilegge per trovare la verità sul giovane Roy Goode ed evitare che si avvicinino alla città, praticamente vulnerabile. La storia quindi percorre diversi binari: la tranquillità della cittadina di La Belle che inizia a trattare con nuovi gestori della miniera (all'oscuro della presenza del fuggitivo), la ricerca dello sceriffo (e l'accettazione del suo pesante problema agli occhi) e la vicinanza di Roy Goode alla giovane vedova Alice ed al figlio Truckee (che aiuta nell'addomesticamento dei cavalli). 





Godless, serie televisiva in soli sette episodi, è stata creata e diretta da Scott Frank (sceneggiatore di Wolverine e Logan) in collaborazione con Steven Soderbergh, e all'inizio sarebbe dovuta essere un film! Un cast davvero incredibile con Michelle Dockery ( vista in Downton Abbey), Thomas Brodie-Sangster (Il trono di spade), Merritt Wever (The Walking Dead)...










Se volete una serie nuova, con spunti interessati per riflettere, che non sia scontata e con scene tipicamente western, Godless è ciò di cui avete bisogno!






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Grazie <3