Friday, June 23, 2017

South Africa 2010

Sull'aereo verso Parigi
Da sempre ho pensato al viaggio come qualcosa di mistico, magico, una sorta di salto nel vuoto che mi facesse provare quella strana sensazione di paura dell’ignoto prima della partenza. Infatti non si può mai progettare perfettamente il proprio viaggio ideale, anche se preparato con minuzia sarà soggetto a delle piccole variabili che non avevamo previsto sulla nostra strada. Ed è proprio questo che mi affascina tanto, la variabile che cambia il senso del proprio viaggio rendendolo unico perché inaspettato. 
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Quando mia madre mi raccontò di avere degli zii che abitavano in Sudafrica ho sempre sperato che un giorno si decidesse a partire per andare a trovarli. Per via della lontananza e del costo del viaggio abbiamo rimandato tante volte fino a quando abbiamo trovato il pretesto giusto. Nel 2010 i miei zii sarebbero ritornati a vivere in Italia dopo una trentina d’anni che abitavano a Durban, era l’ultima occasione che avevamo per andare a trovarli. Cosi decidemmo che era arrivato il momento di prenotare i biglietti con qualche mese di anticipo e che il periodo di Natale/Capodanno, di quello stesso anno, sarebbe stato quello più adatto. Li in Sudafrica, infatti, avremmo trovato un clima estivo. Anche se avrei preferito passare il Natale al freddo, l’idea non mi dispiaceva affatto. Avrei provato qualcosa di diverso. 
Parigi Charles De Gaulle
Partimmo il 21 Dicembre, la mia famiglia, i miei cugini, mia zia e mia nonna, che già aveva visitato Durban negli anni ’90. 
Il viaggio fu abbastanza lungo. Il primo aereo che prendemmo fu a Catania Fontanarossa destinazione Milano Linate, con scalo a Parigi Charles De Gaulle e al Dubai International Airport. Era la prima volta che varcavo i confini extraeuropei. 








Dubai International Airport
A Dubai rimanemmo qualche ora in attesa della coincidenza per Durban, delle ore passate girovagando per l’aeroporto. Un posto indescrivibile, tanto era grande e moderno. Lusso sfrenato, negozi delle marche più famose, acquari, cascate artificiali, alberi e cespugli. Non credevo potesse esistere un posto del genere. Un luogo dove il mondo arabo si scontrava con il mondo occidentale, donne con l’Hijab, il tipico velo indossato sulla testa, e ragazze in pantaloncini sedevano vicine sulla stessa panchina. Una contraddizione tipica della città che ospitava quell’aeroporto, Dubai, una delle città più ricche del mondo.





Sorvolando l'Africa
Alle nove del mattino prendemmo l’ultimo aereo del nostro viaggio d’andata, destinazione Durban, al King Shaka International Airport. 
Quando finalmente ci imbarcammo l’emozione per l’avvicinarsi della meta iniziava a crescere, sebbene attenuata dalla stanchezza.
Sorvolare l’Africa fu una cosa magnifica poiché il panorama dal finestrino dell’aereo toglieva il fiato. Dopo averla vista in tanti documentari, poterla osservare da lassù fu un’esperienza emozionante ed indescrivibile.





Scendemmo dall’aereo, ancora troppo intorpiditi dalla stanchezza per poter realizzare che eravamo ad un passo dall’uscita dell’aeroporto. Un enorme cartellone al muro diceva ‹‹Welcome to South Africa›› in diverse lingue e sullo sfondo mostrava il Moses Mbhida Stadium, uno dei campi di calcio dove si erano giocati i mondiali qualche mese prima. Ai lati, sempre sul cartellone, Jacob Zuma, presidente del Sudafrica e Nelson Mandela con in mano una coppa. Mostrammo i passaporti al controllo documenti dove ci  chiesero il motivo per cui ci trovavamo li. ‹‹Holiday››.
Sphephelo
Quando uscimmo un getto di aria calda e molto umida ci investì in pieno, mentre in lontananza scorgemmo gli zii che ci venivano incontro insieme ad un piccolo bambino di colore. Mi guardai ancora una volta intorno. Statue di animali a grandezza naturale circondavano l’area fuori dell’aeroporto, un toro, un bufalo, un leone e poi in lontananza anche una riproduzione di una capanna Zulu.
Gli zii ci salutarono e ci presentarono il loro piccolo accompagnatore. Appena lo guardai capii che lui  avrebbe rappresentato la variabile che tanto aspettavo, che sapevo avrebbe rivoluzionato il senso di quel mio viaggio. Sphephelo.
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Cosi inizio a raccontare del mio viaggio in Sudafrica, con una piccola “overture” delle sensazioni e delle emozioni che ho provato durante quei primi giorni, passati per lo più sull’aereo.
South Africa 2010












Andando avanti comincerò a descrivere giorno per giorno quello che ho fatto durante la mia permanenza a Durban, inserendo anche delle curiosità sui luoghi, sulle persone e sulle tradizioni che ho scoperto grazie alla Tesi della Triennale che ho impiantato proprio attorno a questo viaggio, ed aiutandomi con le bellissime foto di mia sorella.

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